Banfi Lino

Caro direttore,
Lino Banfi, nonno Libero e frate, ha annunciato su RAI UNO a Batti & Ribatti la sua prossima fiction sul “problema” dell’omosessualità. Si è subito però corretto dicendo che l’omosessualità non è un problema, perché ci sono ben altri problemi e che poi alla fin fine quello che conta è la felicità, parola di nonno e frate. Non voglio credere che Lino Banfi, nonno e frate, si sia rincitrullito fino al punto da non accorgersi che questa fiction è una chiara operazione neomaltusiana, tendente a incrementare l’omosessualità, considerata fonte di felicità, così come i neomaltusiani vogliono che sia presentata dai mass media da più di mezzo secolo! Sorge il dubbio che Banfi da testimonial UNICEF si sia trasformato in testimonial della sua presidente, Carol Bellamy, messa da Clinton a capo dell’UNICEF, perché neomaltusiana ed abortista. Se consideriamo, però, che l’USIGRAI, il sindacato dei giornalisti televisivi, non ha nulla da obiettare, mentre ha avuto molto da ridire per la diffusione della notizia della formazione del comitato “Scienza & Vita”, il sospetto si trasforma in certezza. La fiction contribuirà a diffondere la cultura radicale e neomaltusiana, causa di disperazione e morte, esplosa in Italia nell’ultimo trentennio grazie principalmente alla nostra televisione nazionale. Che la disperazione sia inscindibile dall’omosessualità non lo dico io, ma gli studiosi, senza pregiudizi, di essa. Le cronache dei giornali poi sono piene di morti violente causate dall’omosessualità. A nonno Libero voglio dire di desistere da questa follia, perché è atroce salvare i nipotini dalla fame per poi ucciderli con l’omosessualità.
Cordiali saluti.
Laurito, lì 01.03.2005 Mario Romanelli

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